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Tessuto Adiposo Bianco (WAT) e Bruno (BAT): Differenze ed Implicazioni

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Il tessuto adipose è costituito da 10% di acqua, 2% di collagene, 0,1% di glicogeno ed il rimanente 88% da trigliceridi. Esistono due tipologie di tessuto adiposo: bianco (WAT- White Adipose Tissue) e bruno (BAT- Brown Adipose Tissue). Il WAT è localizzato nella cavità addominale in corrispondenza del mesentere, attorno ai reni (con funzione di sostegno), nelle ghiandole mammarie, nel sottocute negli spazi intermuscolari ed intorno al miocardio. Durante “l’ingrassamento” le cellule del WAT possono aumentare di numero e/o di dimensioni. L’aumento del numero cellulare è un fenomeno che contraddistingue esclusivamente alcune fasce di età tra cui:

  • Il primo anno di vita;
  • tutto il periodo infantile (dai 4-5 anni) fino alla fase preadolescenziale e puberale;

In questi periodi bisogna prestare una particolare attenzione in quanto, l’aumento del numero delle cellule (iperplasia), è un fenomeno irreversibile. Questo significa che con un successivo dimagrimento la cellula si “raggrinzisce”, riducendosi di volume ma rimanendone alterata nel numero. Questo comporta, a seguito di una successiva ripresa di calorie,  un più facile guadagno di peso e di tessuto adiposo. La cellula costituente il WAT è ricca di trigliceridi (TG) soggetti ad un  turnover di 15/20 giorni. Questo significa che in quel periodo si verifica un rinnovo totale di TG  e che quindi per apprezzare un calo del tessuto adiposo servano almeno 15/20 giorni. Questo tessuto, se in eccesso, libera delle molecole pro-infiammatorie determinanti una stadio di infiammazione cronica silente di basso grado (ICSBG) responsabile delle problematiche metaboliche connesse. Il fenomeno dell’ingrassamento è determinato da un eccesso calorico. Soprattutto un eccesso di assunzione di carboidrati e grassi ne costituisce uno stimolo più diretto. Questi macronutrienti inducono una maggiore espressione di insulina, molecola proteica correllata positivamente all’aumento del tessuto adiposo e dell’ICSBG. L’insulina infatti attiva le seguenti vie metaboliche:

  • Aumento dell’ internalizzazione di glucosio nelle cellule muscolari ed adipose (in caso di eccesso di energia andrà nel tessuto adiposo costitunedone un substrato inportante per la sintesi di TG);
  • attivazione della lipo-proteine-lipasi (LPL), molecola proteica che favorisce l’internalizzazione dei TG, provenienti dai chilomicroni e VLDL come conseguenza di un eccesso alimentare, nel tessuto adiposo;
  • attivazione della TG sintasi, molecola enzimatica responsabile della sintesi dei TG nella cellula adiposa.

Stimoli ormonali catabolici inducono un aumento della lipolisi attivando la TG lipasi e la Acido Grasso lipasi. Gli stimoli ormonali catabolici sono molteplici (TSH, ACTH, GH, ADRENALINA E NORADRENALINA, GLUCAGONE) e controbilanciano l’azione dell’insulina (unico ormone anabolico).

Quindi un bilanciamento ormonale è alla base di un’ ottimale composizione corporea e salute fisica. Per condizionarlo positivamente in un corretto equilibrio, è necessario monitorare:

  • L’introito energetico con l’alimentazione;
  • La composizione della dieta (la qualità degli alimenti assunti);
  • La spesa energetica ottenuta dalla tipologia lavorativa e dall’attività fisica/esercizio fisico praticati;
  • La condizione fisiologica (adolescenza, gravidanza,invecchiamento, malattia ecc..);
  • Lo status psicologico e sociale;

Il tessuto adiposo bruno (BAT) presenta delle caratteristiche fisiologiche diverse dal precedente. È un tessuto maggiormente vascolarizzato e presenta nel citoplasma cellulare una elevata densità mitocondriale che gli conferisce una capacità ossidativa di rilievo. Inoltre nella catena respiratoria mitocondriale presenta una ridotta concentrazione di ATP sintasi e una aumentata espressione di termogenina (UCP1), molecola proteica che ha come effetto un disaccoppiamento della fosforilazione ossidativa, riducendone l’efficienza del processo e producendo più calore. Questi processi si sono rilevati funzionali come adattamento al freddo negli animali (soprattutto quelli in letargo) ed anche l’uomo ne contiene una certa quantità. Nell’uomo è stato rilevato a livello interscapolare, latero - posteriore del collo, ascellare, peri-renale e frammisto a quello bianco. Rilevanti studi scientifici hanno documentato come l’attività fisica sia in grado di indurre uno “shift fenotipico” del WAT in BAT attraverso l’espressione di una molecola endocrina (IRISINA) che favorisce l’espressione della termogenina (UCP1) e quindi la dissipazione di calore.

In relazione a quanto sopra analizzato è possibile dedurre come il tessuto “pericoloso”, da mantenere entro certi limiti, sia quello bianco WAT in quanto crea una condizione infiammatoria (per le molecole espresse, se in eccesso) determinante a sua volta una maggiore espressione di Insulina (per insulino resistenza indotta da queste molecole infiammatorie) che non fa altro che favorire ulteriormente il circolo vizioso. Questo aspetto è in grado di spiegare parzialmente il perché una persona in sovrappeso/obesa, trovandosi in questo contesto metabolico, dimostri una maggiore difficoltà nel dimagrimento, almeno inizialmente.

Sergio Rocco, Il manuale pratico della composizione corporea – rilevazione, stima e interpretazione. De Mattia, S. Busin, M. Levi Micheli, V. Tortora e C. Pecorella, SNS ed. 2016. 

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Dr. Marco Toninelli

Dottore in scienze motorie
Biologo Nutrizionista
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