La sindrome premestruale è considerata come un insieme di alterazioni biologiche e psicologiche che colpiscono tra il 2-5% delle donne in età fertile, più precisamente 7-10 giorni prima delle mestruazioni.
Si manifesta con cefalea, edema alle estremità, depressione, dolore mammario, irritabilità, labilità emotiva, attacchi di fame, gonfiore e crisi di pianto.
Questa è dovuta a diversi fattori e cause tra cui un disequilibrio degli ormoni estrogeni e progesterone a causa di una diminuzione dei livelli di progesterone nella fase luteinica; una diminuzione dei livelli di serotonina, responsabile del benessere; una carenza di magnesio e calcio quindi carenza di sostanze idrosaline e deficit vitaminico in particolare la vitamina B6.
Per evitare disturbi dovuti alla sindrome premestruale è consigliabile una dieta iposodica, a basso contenuto di sale, per evitare il gonfiore e ritenzione idrica alle estremità. Esempi di cibi da evitare sono gli insaccati, formaggi, prodotti da forno e carni affumicate, alcool, caffè e dolci. Piuttosto è consigliabile una dieta ricca di frutta, verdura e legumi, ricchi di minerali e acqua in grado di riequilibrare il rapporto idrosalino, facilitando l’eliminazione di scorie attraverso la diuresi. L’assunzione di calcio e magnesio che si trovano facilmente nella soia, mele, frutta secca (noci, mandorle), fichi e pesche, migliora notevolmente i sintomi legati alla sindrome premestruale.
L’esercizio fisico moderato come camminare, nuotare, pilates e yoga migliorano la sintomatologia.
La dismenorrea o detta anche “difficile flusso mestruale”, colpisce dal 40 al 70% delle donne in età fertile ed è considerato uno tra i sintomi ginecologici più comuni.
Si tratta di un dolore uterino (crampiforme, lancinante, che si può irradiare alle gambe) e si manifesta generalmente con l’insorgenza delle mestruazioni scomparendo 2-3 giorni dopo.
Le cause sono dovute all’aumento dell’attività endometriale indotta da eccessiva produzione di prostaglandine. Si classifica in dismenorrea primaria e secondaria.
La dismenorrea primaria comune tra i 16 e 25 anni si manifesta come dolore crampiforme fin dall’inizio della mestruazione, accompagnata da fatica, irritabilità, mal di testa, mal di schiena e sintomi gastrointestinali. Le mestruazioni sono generalmente normali o leggere.
La dismenorrea secondaria comune tra i 30 e 45 anni si manifesta con dolore sordo e continuo e perdura tutto il periodo di perdita mestruale. Questa è causata generalmente da patologie ginecologiche quali endometriosi, fibromi uterini, malattie infiammatorie pelviche, sindrome ovaio policistico. Patologie non ginecologiche che posso causarla sono infezioni vie urinarie, sindrome colon irritabile, coliche renali ed infezioni ricorrenti di vario tipo.
Come nel caso della sindrome premestruale, sono da privilegiare alimenti ricchi di magnesio e vitamine del gruppo B, escludendo o per lo meno limitando l’assunzione di alcool e caffè. L’apporto di magnesio lo troviamo nelle barbabietole rosse, verdure a foglia verde (spinaci cotti, broccoli, tarassaco) e frutta tra cui fichi, prugne, banane. Le vitamine del gruppo B che hanno un effetto calmante e garantiscono un corretto funzionamento del sistema nervoso le ritroviamo nei cereali integrali, funghi, crusca, spinaci e piselli. Tra i cibi privilegiati troviamo il pesce azzurro (sarde, sardine, alici e sgombri), ricco di omega 3. Per limitare il rilascio delle prostaglandine, responsabili del dolore possono essere assunti i semi di lino e girasole. Questi ultimi ricchi di vitamina E, di cui ne è ricco anche l’avocado, le spezie (prezzemolo, salvia e rosmarino).
La disfunzione ovarica associata a eccessiva produzione di androgeni ovarici, irsutismo, infertilità e sanguinamento uterino non ciclico, viene definita sindrome dell’ovaio policistico (PCOS). A questi può essere collegata anche l’obesità e insulino-resistenza che rende difficoltosa la perdita di peso.
Dal punto di vista morfologico, l’ovaio si presenta biancastro, liscio e sclerotico circondato da una capsula spessa, all’interno dello stroma ovarico si trovano sparse cisti follicolari multiple.
Le cause non sono chiare, ma probabilmente è determinata da fattori genetici ed ambientali. La sindrome dell’ovaio policistico viene diagnosticata e confermata da medici specializzati (ginecologi) durante una visita approfondita.
Dal punto di vista alimentare però possiamo impostare un’alimentazione a indice glicemico controllato. Per cui risulta utile assume una grande quantità di fibra, riducendo gli zuccheri semplici. Ridurre il consumo dei grassi saturi. Preferibilmente consumare pasti completi costituiti da carboidrati, proteine e verdura preferendo metodi di cottura a vapore, alla piastra e pentola a pressione.
Entrando più nel dettaglio:
Nei Pazienti affetti da PCOS assistiamo a un aumento di produzione di testosterone e androstenedione per un’iperproduzione ovarica (come precursore comune abbiamo il colesterolo).
I criteri Diagnostici secondo Rotterdam sono almeno 2 tra:
Ai fini di un corretto inquadramento clinico è fondamentale chiedere a che età è sorta la patologia, in quanto questo dato condiziona l’eziopatogenesi della malattia: se sorta nel periodo prenatale si riscontra un aumento dei livelli di AMH ed interferenti endocrini ed eccesso di androgeni; se sorta nell’infanzia interferenti endocrini e eccesso di androgeni oltre ad obesità ed insulino resistenza; se sorta nell’età adulta entrano in gioco fattori epigenetici, genetici e ambientali.
L’iperandrogenismo determina un circolo vizioso tale per cui la condizione di insulino resistenza che si viene a determinare fa crescere i livelli di insulina che non fanno altro che aumentare di conseguenza l’ iperproduzione ovarica di testosterone ed a livelli epatico diminuisce la produzione della proteina legante gli androgeni e quindi come risultato avremmo una maggiore concentrazione di testosterone libero.
Le comorbilità più frequentemente associate sono:
• Obesità --> amplificando le disfunzioni metaboliche, riproduttive e psicologiche.
• Alterazioni del metabolismo glucidico
• Malattie cardiovascolari
• Sindrome delle apnee notturne del sonno.
• Cancro endometriale – aumento del rischio di 2-6 volte, spesso prima della menopausa.
• Ridotta qualità della vita con interferenza con immagine corporea.
• Maggiore prevalenza di ansia e sintomi depressivi con disfunzione psico-sessuale.
I fattori che contribuiscono a ridurre la fertilità in soggetti affetti da PCOS sono:
• BMI >25 kg/m2
• Adiposità centripeta
• Stato di malnutrizione e ipovitaminosi D
• L’obesità
Terapia dietetica consigliata
Nell'olio extravergine di oliva è stato individuato un ampio corpo di composti fenolici e, tra questi, l'oleocantale è stato riconosciuto come potente agente antinfiammatorio, per la sua analogia con la struttura chimica dell'ibuprofene. Su questa base, si è tentati di ipotizzare che il consumo a lungo termine di olio extravergine di oliva possa contribuire a rallentare la progressione dello stato infiammatorio, migliorando così sia la sensibilità all'insulina.
"Inquadramento clinico e gestione dei disturbi minori in farmacia" ; Corrado Giua Marassi
https://m.my-personaltrainer.it/salute/sindrome-premestruale-alimentazione.html
https://www.nutrizionistaiannella.it/dieta-ovaio-policistico.html
"patologia generale è fisiopatologia" ; Celotti