Alla Base di una buona elasticità e giovinezza della pelle è di notevole importanza garantire un equilibrio acido-base della matrice extra cellulare. Una condizione di acidità della matrice extracellulare inibisce la comunicazione intercellulare e tra cellula e ambiente esterno contribuendo a generare una condizione di malattia di organi e apparati. L’equilibrio di questo “tessuto” è garantito da una corretta alimentazione e da un corretto stile di vita (corretta gestione dello stress). I patologi newyorkesi vi hanno visto un organo perché mette in comunicazione tutti i distretti corporei ed è in questa regione che si sviluppano infiammazioni croniche, malattie degenerative e tumori. Pensare di garantire un equilibrio di questo “organo” è di notevole importanza come misura preventiva. Ci consente di ragionare non solo secondo lo schema patologia = causa - effetto, utile per “tamponare” fasi acute sintomatologiche, ma di agire per prevenirne l’insorgenza. A PH alcalino il collagene esplica appieno le sue funzioni, mentre a PH acido la sua struttura molecolare si altera così come la sua sintesi. Quindi la persona con tessuti in acidosi avrà un aspetto invecchiato specie se è associata una condizione di disidratazione. Questo condizione si associa anche a uno stato di minore vitalità generale, visto che le cellule sono più esposte a disfunzioni e danni. Da un punto di vista fisico la matrice extracellulare ha una composizione colloidale dove, in uno stato fisiologico, è piuttosto fluida mentre in un quadro di acidosi diventa gel. Questo stato fisico peggiora la dinamica circolatoria e complica ulteriormente la vasocostrizione riflessa indotta dall’acidità locale (attivazione dell’ortosimpatico che vaso costringe le arteriole). L’acidità riduce quindi la comunicazione tra le cellule e il sangue limitandone l’assorbimento dei nutrienti e la eliminazione di residui metabolici acidi e ioni idrogeno prodotti dalla respirazione cellulare, creando un ambiente intossicato e acido, come un “cestino da svuotare”.
Le cause più comuni di acidosi della matrice extra cellulare sono:
Un uso eccessivo di carboidrati (specie se raffinati e zuccheri semplici), inducenti una maggiore espressione di acido arachidonico dagli w6 (> espressione di delta 5 desaturase);
Scarso apporto di alimenti alcalinizzanti e alto di alimenti acidificanti;
Scarsa introduzione di micronutrienti, in quanto, coadiuvando le reazioni biochimiche, impediscono l’accumulo di intermedi metabolici acidi;
Scarsa attività fisica (soprattutto aerobica) per l’ossidazione che induce agli acidi, convertendoli in CO2 e stimolandone l’eliminazione con la respirazione;
Attività fisica intensa e prolungata per un iperproduzione di acido lattico e cortisolo;
Abuso di alcol;
Condizione catabolica indotta da un’infezione acuta o malattia;
Disequilibrio intestinale;
Ustioni stese;
Scarso funzionamento di reni e polmoni;
Come alcalinizzarsi?
Serve acquisire uno “stile di vita alcalinizzante” giacché sono richiesti più comportamenti idonei ai fini del perseguimento dell’effetto alcalinizzante.
I punti salienti su cui si basa uno stile di vita alcalinizzante sono:
Bere acqua a sufficienza; siamo costituiti essenzialmente di acqua ed è importante valutarne le necessità individuali che variano in relazione allo sport praticato, al luogo geografico di abitazione (latitudine, altitudine e umidità dell’aria), alla tipologia di alimentazione e alle abitudini di assunzione (a sorsi oppure a boli). Se sono in una condizione di ritenzione idrica allora è più congeniale bere a “boli” in modo tale da favorire la diuresi, se sono in una condizione di disidratazione invece è più congeniale bere a sorsi. È sempre importante tuttavia anticipare lo stimolo della sete, che è un segnale di allarme. In termini di qualità dell’acqua è importante individuare il residuo fisso a 180 °C < 200 mg/L ed individuare acque che abbiano un pH prossimo a 8. Acque con pH inferiore a 7 hanno dei benefici in termini di digestione ma è opportuno berne in quantità minime ed in prossimità del pasto soprattutto se la difficoltà digestiva è dovuta ad una condizione di ipocloridria.
Praticare una corretta alimentazione; è necessario precisare che il concetto di sana alimentazione non per forza coincide con il concetto di alimentazione alcalina. Per fare un esempio, un piatto di pasta è considerato sano (dieta mediterranea), mentre determina una risposta insulinica eccessiva (carico glicemico alto) e quindi un effetto acidificante. Un alimentazione alcalinizzante deve essere ricca di verdure e ortaggi e con una riduzione drastica soprattutto di zuccheri semplici e proteine animali. Tuttavia è importante adattare l’alimentazione in funzione delle caratteristiche individuali (sesso, età biologica, attività sportiva, predisposizione costituzionale ecc.).
Praticare un’attività fisica regolare; effetto benefico soprattutto dell’attività aerobica con effetto favorente la microcircolazione periferica. Favorendo il drenaggio venoso stimoliamo la disintossicazione e la de-acidificazione della matrice extracellulare. Questo effetto ha dei seguiti benefici anche a livello neuronale siccome la sinapsi alcalina migliora la trasmissione dei neurotrasmettitori rendendola più efficace ed efficiente e contribuendo a migliorare la percezione del sé corporeo, con tutta una serie di sviluppi positivi a livello sociale.
Eliminare il più possibile fumo alcol e droghe (considerate come tossine esogene); un organismo che si sposta verso l’alcalinità sarà portato a ridurre queste forme di abusi, assumendo una sensazione di pulizia interiore. Quindi la dipendenza da queste sostanze è alimentata ulteriormente da un organismo acidificante ed al contrario uno stile di vita alcalinizzante abbatte questo circolo vizioso.
Calmare la mente;
Ridurre il carico tossico totale; determinato dalla sommatoria di tutti i fattori di tossicità (xeno biotici, tossine biologiche, inalanti biologici, i fenomeni fisici, le sostanze tossiche da alcolici, fumo, sostanze di abuso,gli squilibri ormonali, fattori psicosociali). Le tossine possono essere classificate in due macrocategorie funzionali: liposolubili/idrosolubili ed esogene/endogene. La prima categoria le distingue riguardo alla capacità di accumulo nell’organismo, la seconda categoria riguardo alla fonte di esposizione o produzione. Conoscendo queste caratteristiche è possibile prevenirne l’intossicazione primariamente o secondariamente. L’esposizione a tossine esogene (esotossine) avviene attraverso i polmoni, la pelle e l’apparato digerente. Fra le esotossine vi sono sostanze come alcol, nicotina, gas di scarico, rifiuti industriali, pesticidi, erbicidi, additivi alimentari, farmaci e droghe di abuso, solventi e metalli pesanti. Le tossine endogene sono originate per la maggior parte da un cattivo funzionamento dell’apparato digerente. Alimenti mal digeriti sono il substrato alimentare primario per la crescita di microorganismi patogeni o opportunisti che normalmente popolavano in quantità limitata l’ambiente intestinale. Tali microorganismi comprendono soprattutto virus, batteri patogeni e funghi (soprattutto lieviti come Candida Albicans). In considerazione del fatto che le tossine liposolubili tendono ad accumularsi nel tessuto adiposo, è importante favorire un processo di dimagrimento graduale per evitare una massiccia rimessa in circolo delle scorie e soprattutto prevenire l’accumulo di adipe. Le tossine idrosolubili invece sono facilmente eliminabili attraverso le urine, il sudore, la respirazione e la bile, essendoci quindi un rischio molto ridotto di accumulo.
Assumere Sali minerali alcalinizzanti; le spinte della nostra società e del nostro modo di vivere sono eccessivamente acidificanti e quindi è buona norma ricorrere ad una integrazione mirata di Sali minerali con effetto alcalinizzante, quali: calcio, magnesio, sodio, potassio, ferro, rame e manganese.
M. Spattini, E. Bevacqua, “Guida alla medicina funzionale, la medicina del domani”, cap.7,11; edra, ed. settembre 2019.
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